giovedì 4 agosto 2016

Unser Schweini

Ciao a tutti!
Non sono solito comprare giornali in Germania - e come li leggo? - ma raramente faccio attenzione alle prime pagine, a meno che qualche collega legga qualcosa di molto interessante durante la pausa pranzo. Ma nell'ultimo weekend monacense un fatto mi è subito saltato agli occhi, grazie alle Zeitungskästen (i distributori di quotidiani) presenti nel centro di Monaco. Su tutti i giornali, dai locali TZ e Süddeutsche Zeitung, fino ai più "nazionali" Frankfurter Allgemeine e Bild, campeggiava in prima pagina una foto ed un titolo riguardante uno dei giocatori più simbolici della storia recente della Mannschaft (la nazionale tedesca di calcio), il centrocampista Bastian Schweinsteiger.

Schweinsteiger ferito durante la finale dei Mondiali 2014

Il capitano della nazionale tedesca si ritira. A trentadue anni, e a soli due anni dall'abbandono del capitano nei trionfali mondiali brasiliani del 2014, nonché mostro sacro della storia della Mannschaft, Philipp Lahm, anche Schweinsteiger ha deciso di lasciare il passo alle nuove generazioni. Tanti infortuni, un'ultima stagione a Manchester tutt'altro che brillante in quanto condizionata da questi, un ritiro che avviene dopo aver vinto tutto con la squadra in cui è cresciuto, il Bayern Monaco, e soprattutto dopo aver trascinato la nazionale tedesca alla vittoria della Coppa del Mondo: personalmente, reputo giusta la decisione di Schweini, come è affettuosamente soprannominato.
Se la carta stampata tedesca, comunque molto attenta agli eventi calcistici, accoglie come uno shock il ritiro di Fußballgott, come invece lo chiamano i tifosi del Bayern, non è assolutamente per caso. Perché se ne va un pezzo di storia del calcio tedesco: 500 presenze, 66 marcature e otto campionati vinti con il Bayern Monaco; 120 presenze, 25 reti e un Mondiale con la nazionale, quarto per numero di presenze nella storia della Mannschaft. Numeri che spiegano tanto, ma che non dicono tutto.

La copertina di Bild in una delle tipiche Zeitungskästen di Monaco

C'è molto di più nel ritiro dalla nazionale di Schweinsteiger, nella sua abdicazione da capitano e da leader carismatico. L'intera Germania perde un giocatore che, oltre alle sue elevate qualità tecniche, era un trascinatore in campo, dove scendeva con grande determinazione. Un vero esempio per i compagni di squadra. L'immagine che sicuramente i tedeschi ricordano con maggior piacere è proprio nella finale dei Mondiali del 2014 contro l'Argentina, quando si presentò alla premiazione dei vincitori con una ferita alla guancia procuratasi durante uno scontro di gioco. È un'immagine espressiva, simbolo di una squadra e di un'intera nazione che sapeva di dover gettare il cuore oltre l'ostacolo per portare a casa la vittoria, dopo una decade di grandi delusioni ad un passo (o quasi) dal trionfo. L'immagine del guerriero ferito ma che non molla mai, è quella che meglio rappresenta la Germania, non solo come una squadra di calcio ma anche come nazione.  C'è un po' di amarezza da parte dei tifosi tedeschi? Si, e la comprendo perfettamente.
Bis bald!
Stefano

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