lunedì 29 agosto 2016

Berlino Express: sarà colpa del caffè?

Ciao a tutti!
Arrivederci salita, bentornata pianura. Questo è ciò a cui ho pensato quando ho concluso il mio ultimo allenamento sulle ripetute in salita. Ripetere sulla (quasi) piatta superficie di asfalto della Mainradweg può sembrare cosa semplice all'inizio. Chi sa cosa vuol dire correre ripetute con impegno, è conscio che questo non è un allenamento meno faticoso. Perché alla fine questo È l'allenamento principe nella preparazione della maratona.
In quattro anni di allenamenti sono passato dalle semplici serie di 2-3 chilometri a qualcosa di ben più complesso come le serie 30-20-10. Ora, in vista della maratona di Berlino mi complico ancora di più la vita: 120-60-30. Come funziona questo nuovo tipo di ripetuta? Due minuti (i 120 secondi) a ritmo blando, un minuto (i 60 secondi) a "ritmo maratona", mezzo minuto (i 30 secondi) all'intensità massima di corsa. Due serie da nove/dieci ripetizioni, intervallate da un meritato scarico di cinque minuti. Lì per lì ho pensato: il mio allenatore è pazzo, vuol proprio farmi morire stavolta. Perché mi servono almeno sedici chilometri a seduta per terminare un simile allenamento, se non di più. Sedici chilometri di ripetute non credo di averli mai fatti, prima d'ora.

La spinta in più


E invece mi sono dovuto ricredere fin dalle prime battute. La prima uscita, fatta forse a gambe riposate o quasi, è stata decisamente positiva. Innanzitutto per i ritmi che ho saputo mantenere; mi ero prefissato di correre le tre fasi rispettivamente in 4'45"/km - 4'25"/km – 4'00"/km, mentre invece più di una volta, guardando il cronometro mi sono stupito nel vedere ritmi di corsa decisamente più elevati. Ogni tanto, mi sembrava di volare, di correre veramente forte senza neanche faticare eccessivamente. Bene, poi c'è il discorso del recupero. Quei due minuti a corsa blanda, consentono di tirare veramente il fiato, per poter essere nuovamente performante nelle due fasi di corsa più intense. E con mia grande sorpresa (e soddisfazione), ho dovuto constatare che anche nella seconda serie non ho corso più lentamente. Saranno i progressi che si susseguono di anno in anno, oppure è questo un metodo che mi permette di conservare energie? Nei 16,4 chilometri complessivi della prima uscita, ho corso ad un passo medio di 4'25"/km (buono), che però non è numericamente confrontabile con i tempi di un anno fa (4'18"/km), corsi sulla distanza di una dozzina di chilometri.
Miglioramenti, dati alla mano, si sono già visti nella seconda uscita: sulla stessa distanza, ho corso in 4'19"/km. E il dato è ben spiegato dalla distanza percorsa durante la singola serie. Nella prima uscita, le serie hanno coperto 7,27 e 6,96 chilometri; nella seconda uscita 7,51 e 6,98 chilometri. Quasi un quarto di chilometro in più corso semplicemente tra un'uscita e l'altra. La sensazione era quella di correre con grande facilità, soprattutto nella prima serie, e di riuscire a mantenere un bel passo anche nella seconda serie. Ho pensato: quale "doping" mi sta facendo correre così forte? Ho avuto anche paura fosse il caffè del pomeriggio a dare la spinta decisiva. Ma no, quale caffè. Sono solo le mie gambe, niente più.
Bis bald!
Stefano

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