domenica 21 agosto 2016

Giorno di maratona olimpica

Le Olimpiadi stanno per chiudersi. E tra le gare che chiudono il programma c'è il simbolo della manifestazione, la maratona, quella folle corsa di 42,195 chilometri che decreta l'epigono del greco Filippide e il successore di Spyridon Louis. Inutile aggiungere che ho cercato in tutti i modi di rimanere incollato al televisore per seguire l'evento da me più atteso nel programma dell'atletica leggera.
Tralasciando i magri risultati dei maratoneti italiani - poco fortunati o fuori forma? - sono molto contento di come è andata a finire. In assenza di carte azzurre da giocare nell'assegnazione delle medaglie, ha vinto colui che speravo vincesse, Eliud Kipchoge. Un keniota, come era prevedibile, ma non un keniota come tanti altri. Prima di tutto un grande professionista, non uno dei tanti africani che alle prime vittorie disperdono il loro potenziale in alcol, donne e droga. Poi, cosa che più ammiro, è un podista capace di mettersi in gioco su più distanze: prima di dedicarsi alla maratona, è stato tra i protagonisti del mezzofondo, in grado di mettersi al collo più medaglie nei 5000 metri piani. Poi, la maratona: sei affermazioni su sette partecipazioni internazionali, una maratona di Berlino vinta con una problema alle solette delle scarpe (e magari avrebbe pure fatto il record del mondo, senza quel problema), una maratona di Londra con record sfiorato e quasi un minuto rifilato a tutti. A mio modo di vedere, l'erede di Haile Gebrselassie.
Ma soprattutto, è la fine della maledizione olimpica per un atleta che per l'edizione 2012 era stato respinto dal crudele meccanismo dei trial. In quattro anni, grandi successi sulla distanza della maratona e adesso, l'alloro più pregiato. Bravo, Eliud.

Oro nella maratona delle XXXI Olimpiadi

Guardo quest'atleta, che decide di salutare tutti scattando in faccia agli avversari senza timore alcuno. Guardo questi atleti, che corrono a venti all'ora. A più di venti all'ora. Che fanno parziali di 2'53"/km. Che a due chilometri dalla fine possono vantare ancora una falcata facile, naturale. Dopo penso a me, alle maratone che ho corso io e... si, ciao Stefano, ciao.

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