venerdì 14 febbraio 2014

Bucher: Patagonia Express

"Sento che ritorno in un mondo dove l'avventura non solo è ancora possibile, ma è la più elementare forma di vita."
Luis Sepúlveda, Patagonia Express


Ed è con questa frase che introduco Patagonia Express, eccezionale diario di viaggio dello scrittore cileno Luis Sepúlveda, che illustra in questo volume tutte le sue emozioni e i ricordi del viaggio che gli fa riscoprire la sua terra. Sepúlveda infatti, essendo stato un attivista del partito socialista guidato da Salvador Allende, fu arrestato, torturato e successivamente esiliato: è il 1977, passeranno ancora dodici anni affinché possa fare ritorno da libero cittadino nel suo Cile.
Sepúlveda riporta su una Moleskine (quelle di una volta, non quelle che si trovano oggi da Feltrinelli) regalatagli da un altro che ha fatto dell'avventura uno stile di vita, Bruce Chatwin, la poesia di una terra, la Patagonia, che rimane una delle ultime ancore di salvezza dal materialismo che ci circonda. Patagonia Express fotografa l'anima dei patagoni, che Sepúlveda descrive come un popolo duro ma gentile. Ogni capitolo descrive un luogo diverso e allo stesso tempo un personaggio nuovo. Personaggi, si, allegorie di un mondo lontanissimo, quasi un'isola sperduta dalla civiltà per come la conosciamo noi occidentali. Non c'è una trama definita, solo tante favole - apparentemente alla rinfusa - che sanno tenere incollato il lettore. E in fondo, lo fanno innamorare di questa terra così aspra.
Non a caso, è una persona che la Patagonia la porta nel cuore ad avermi regalato questo libro, sapendo con certezza che non sarebbe stata probabilmente questa gelida terra a rapirmi, ma le calde suggestioni che derivano dall'intensità umana di chi la popola, magistralmente dipinte dalla penna di Sepúlveda. Suggestioni che, lo ammetto, non potevano lasciare indifferente un'anima sempre in viaggio.
Bis bald!

Giudizio: 9/10 ««««««««««

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