Scrivo dall'Italia, nella quale sono tornato ieri sera, dopo il solito viaggio di oltre ottocento chilometri attraverso quattro nazioni europee e sfiorandone una quinta (il Liechtenstein), ma affrontato stavolta in uno scenario favoloso, quello delle montagne dei Grigioni e del Ticino completamente ricoperte da neve.
Sono in Italia in quanto fra poco mi sottoporrò a risonanza magnetica, la quale spero possa accertare per bene l'entità del problema al ginocchio. Dall'ultimo aggiornamento (poco meno di due settimane fa, vedi post) poco è cambiato. Il fastidio (o dolore, dipende dalle situazioni) persiste, nonostante la ginnastica e i medicinali. Anzi, certe volte sembra quasi che si riacutizzi. Certi movimenti, quelli che portano la gamba in flessione totale, provocano sofferenza: un esempio è fare le scale in salita.
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| Squatting |
Un altro gesto che crea dei problemi è andare in bici. Non a caso proprio in sella il fenomeno doloroso si è manifestato in tutta veemenza ad inizio gennaio. E provare a fare anche solo qualche chilometro in bici non è salutare. Sabato scorso, ho approfittato del meteo non benevolo per stare a casa, e dedicare un po' del mio tempo allo shopping. Fra le varie cose ho pensato di rivolgermi al "meccanico delle bici" che sta a poche centinaia di metri dal mio appartamento. Ho pensato che alzare la sella - per quanto possa essere meno sicuro - potesse aiutare il ginocchio a flettersi meno e quindi a ridurre il dolore durante lo scorrimento della rotula sul femore. Beh, per otto chilometri circa, in leggera discesa, nessun problema. Alla prima asperità (il ponte sul Meno, nulla di impossibile) c'era da stringere i denti...
Ed allora, eccoci qui, a cercare di capirci qualcosa in più. A questo punto, della maratona (per questa primavera, eh) non me ne frega più niente. Priorità assoluta al recupero funzionale del ginocchio, per poter godere una piacevole estate in bici ed in montagna. La corsa... beh, alla corsa ci penseremo poi!
A presto!
Stefano
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