martedì 4 febbraio 2014

Occhio al prezzo! - Puntata n.2

Ciao a tutti!
La prima puntata della mia inchiesta sul costo della vita in Germania ha creato non poche polemiche sul web (vedi post). Detrattori e sostenitori hanno aperto un feroce dibattito sul "perché in Italia di costa di più" o "perché in Germania costa di meno". Senza risparmiare, anche al sottoscritto, numerose frecciate polemiche. In questa mia "inchiesta" non voglio puntare il dito contro il "sistema-Italia" o il "sistema-Deutschland" perché non ho le competenze necessarie per farlo. Da persona curiosa e alla costante ricerca delle ragioni dietro i fatti, voglio solamente aprire una riflessione su cosa ci circonda.
I maggiori attacchi al post della scorsa settimana sono stati riguardo la qualità della merce (inferiore in Germania, superiore in Italia) e - come mi aspettavo - alla metodologia di analisi dei dati (uno scontrino tra tanti vs. osservatorio economico). Per questi motivi, la seconda puntata di questo viaggio è incentrata su una raltà globale, un'azienda di commercio elettronico che fattura miliardi in tutto in mondo, leader nel suo settore. In Italia, come in Germania: si tratta di Amazon.com, l'azienda fondata nel 1995 da Jeff Bezos.


Trova la differenza!

Non sono amante di questo portale per l'acquisto online. Personalmente, ho avuto non pochi disguidi quando ho provato a comprare tramite Amazon e cerco di girarvi alla larga. Tuttavia, ciò non toglie che sia un valido mezzo per valutare eventuali differenze tra i prodotti venduti in Germania e quelli in Italia: uno smartphone venduto in Italia o uno smartphone venduto in Germania sono infine articoli prodotti tramite processi identici che soddisfano medesimi criteri di qualità.
Ed è così che ho scelto alcuni prodotti reperibili su Amazon e ne ho confrontato i prezzi di vendita (quello che va a finire nel carrello). Nel "paniere ridotto" ho inserito articoli nuovi, esclusivamente oggetti multimediali, con i quali ho più dimestichezza. Alcuni sono esattamente gli stessi che possiedo, come l'e-book reader, l'orologio da corsa e la macchina fotografica. Altri sono oggetti con cui guardo con attenzione, come un tablet o l'ultimo disco di Bruce Springsteen. Il prodotto valutato è sempre lo stesso, identico nella nomenclatura (e nel caso di smartphone o fotocamere, anche nel colore) ed è venduto sempre da Amazon e non da altri offerenti. Quest'ultimo fattore ha ridotto molto la cerchia dei prodotti valutabili, specie per quanto riguarda tablet e televisori. La tabella sotto illustra i prezzi praticati su amazon.it e su amazon.de (riscontrabili direttamente sui rispettivi siti) raccolti oggi martedì 4 febbraio 2013.


Non possono essere questi otto oggetti a stabilire definitivamente se si risparmi di più in Italia o Germania, però in linea di massima la tendenza è chiara: in Germania i prezzi appaiono più bassi.
Trovo eclatanti due casi in particolare:

  1. il Kindle: è un prodotto targato Amazon, venduto solo da Amazon. Eppure non mi spiego il motivo per il quale la versione base di questo diffuso e-book reader sia in Germania 10 € più economica. Perché? Non sono esperto di economia, se qualcuno mi trovasse una spiegazione gliene sarei grato;
  2. l'orologio GPS (lo stesso modello che uso personalmente in allenamento e in gara): in entrambi i casi, come si può vedere dalle immagini sotto, il prezzo di partenza è di 299 €, sulla quale cifra viene operato un consistente sconto. Ma come è possibile che il prezzo finale differisca di quasi 60 €? Per me è qualcosa di inconcepibile.

Il mio orologio da corsa: 236 € in Italia...

...177 € in Germania!

Il panorama è completo quando estendo la riflessione di cui sopra agli altri prodotti presi in considerazione. In sette su otto si può trovare un risparmio effettuando l'acquisto su amazon.de, in alcuni casi anche consistente.
Detto ciò, non è mia intenzione accusare qualcuno o qualcosa. L'ho già velatamente fatto nel post di settimana scorsa, probabilmente sbagliando in quanto non ho la conoscenza adatta per farlo. Però mi rendo conto che qualche domanda sul costo della vita in Italia (relazionata a quello tedesco, dove comunque i salari sono superiori) sto cominciando a pormela seriamente...
Bis bald!
Stefano

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