Un simpatico siparietto occorso a lezione ha aperto in me una piccola riflessione su ciò che sto cercando di imparare in questi mesi in Germania, la lingua tedesca.
Man mano che le lezioni entrano nel cuore della lingua si arricchisce anche il numero di vocaboli nuovi che ci si trova di fronte. Risulta quindi utilissimo avere un piccolo dizionario con sé. Il mio vocabolarietto attira in fretta l'attenzione della docente, che non spiaccica una parola di italiano. A destare scalpore è il titolo del piccolo volume... "Tetesko... Was ist tetesko?". Sentire la parola tedesco pronunciata da una persona che tedesca lo è, mi diverte molto. Ma trattengo le risatine e spiego lei che con questo aggettivo un italiano vuol indicare qualcosa che proviene dalla Germania. Sconvolta, l'insegnante torna alla sua lezione.
Già, ma gli italiani parlano l'italiano, gli spagnoli comunicano in spagnolo, i francesi conversano in francese e così via per buona parte degli altri paesi. E in Germania non si parla il germanico o il germano, ma il tedesco. Perché, il "tedesco"?
Fido compagno di apprendimento |
L'origine della parola ha radici nel Medioevo, quando appare per la prima volta su documenti ufficiali la parola theodisce, che vuol semplicemente dire "del popolo", quello che potrebbe equivalere ad una lingua locale, un dialetto. Questo termine, theodisce, è stato latinizzato da Carlo Magno a cavallo tra il VIII e il IX secolo, con l'intenzione di promuovere l'uso del theodiscus al fine di allargare il processo di evangelizzazione di alcune aree da lui acquisite, come la Baviera e la Sassonia.
Ma se in Italia si parla la lingua degli italiani, in Deutschland si parla giustamente la lingua dei Deutschen. Uhm... Deutschen, theodisce, nessuna somiglianza?
Bis bald!
Stefano
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