Due ore, prima della partita: è il tempo che basta per immergersi nella realtà dell'ipermodernismo monacense. Poco più di tre settimane fa, la mia "gita" a Monaco per assistere al match di Bundesliga tra Bayern Monaco e Amburgo - e le meravigliose condizioni meteo - mi ha concesso un pochino di tempo per scoprire l'angolo più moderno e visionario di Monaco di Baviera.
In generale, sono due le aree, nella zona settentrionale di Monaco, in grado di lasciare sbigottiti all'uscita dalla stazione metropolitana Olympiazentrum, il complesso della BMW e l'Olympiapark.
La copertura a rete dell'Olympiapark |
Ciò che sicuramente colpisce in maniera incredibile è il BMW Welt, il "mondo BMW". Per i non addetti ai lavori, la BMW è l'azienda monacense per eccellenza, la Baviera è anche nel suo nome: Bayerische Motoren Werke. Il BMW Welt è un edificio di recente di costruzione, composti di migliaia di pannelli... di argento? di vetro? O pannelli solari? Non lo so, ma è qualcosa di... pazzesco. Tutto riflette la luce. Le forme squadrate ma proiettate in lontananza come se spinte da una forza oscura - quella dei suoi motori - la rendono una ipertecnologica freccia nel cuore di Monaco.
Impressione tecnologica |
Non ho visitato internamente questa struttura (il tempo non lo permetteva), ma so per certo che vi si trova l'area in cui è possibile ritirare la propria BMW. L'usanza tedesca prevede infatti di ritirare la macchina proprio nella fabbrica stessa (le officine sono poste dal lato opposto della strada), trascorrendo l'intera giornata del ritiro della vettura come ospiti della casa automobilistica. A Monaco, in BMW, l'automobile scende e viene quindi consegnata tramite una simbolica discesa dall'avveniristica pista elicoidale. Quasi come se le BMW fossero create da Dio...
Il palazzo della BMW, il BMW Museum... e guarda caso, proprio una BMW. |
Tramite un ponte pedonale si giunge alle altre strutture del complesso della BMW: le BMW Werk, le officine dove vengono prodotte le automobili dello storico marchio bavarese; il palazzo della BMW, un impressionante grattacielo di 99 metri (non può superare in altezza, per legge, le torri di Frauenkirche) presso il quale si trova il quartier generale, e riconoscibile dall'inconfondibile stemma ad elica; il BMW Museum, un edificio a forma di coppa, ai piedi del palazzo della BMW, in cui vengono conservati i modelli di automobili e moto del famoso marchio.
Il complesso della BMW in tutta la sua interezza |
Un ponte su Georg-Brauchle-Ring è la comoda rampa che dall'area della BMW porta al quartiere olimpico, quello costruito in occasione dei Giochi olimpici del 1972, quelli dell'edizione numero 20, tristemente noti per l'attentato terroristico alla delegazione israeliana. Anche da lontano, la copertura a rete dei vari impianti sportivi, ancora oggi in uso, è perfettamente visibile e stupisce per il suo ancora attuale senso di modernità, a più di quarant'anni dalla costruzione.
Uno scorcio di Olympiastadion |
Il primo edificio che si va ad incontrare è la piscina olimpica, quella dei trionfi di Mark Spitz (sette medaglie d'oro). Ma prima, lungo il gradevole laghetto in parte ghiacciato, si trova l'Olympic Walk of Stars. Le mani diversi artisti come Roger Waters e Carlos Santana o di personaggi sportivi come Eddy Merckx e Boris Becker sono improntate, se così si può dire, sul cemento che fiancheggia la zona "acquatica" dell'Olympiapark.
La lapide a ricordo delle vittime del "massacro di Monaco" |
Il fiore all'occhiello dell'Olympiapark è senz'ombra di dubbio l'Olympiastadion, lo stadio che fino al 2005 è stata la casa del Bayern Monaco. In grado di contenere quasi ottantamila persone, è uno impianto celebre per la sua copertura a vela, che ricalca lo stile della copertura di tutto il complesso olimpico. Oltre che alle varie finali qui ospitate: un Mondiale, un Europeo, tre Champions League, tra cui quella persa dalla Juventus nel 1996...
Anche in questo caso, il tempo tiranno non permette la sua visita. Si può intravedere, tramite un ingresso, il terreno di gioco. Mi fermo un attimo, e provo ad immaginare il boato dei tifosi all'interno.
Vecchia quarant'anni, ma sempre attuale |
Il saluto all'Olympiapark non può che passare tramite il ricordo del "massacro di Monaco", l'attentato compiuto da un gruppo di terroristi palestinesi il 5 settembre 1972 in cui persero la vita undici atleti israeliani e un poliziotto tedesco. A commemorare questa triste pagina della storia e dello sport, un lunga pietra incisa con caratteri ebraici. Per non dimenticare.
A presto!
Stefano
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