Se al mio arrivo in Germania avevo notato assai velocemente notevoli differenze economiche e socioculturali tra questo paese e la nostra Italia (a discapito proprio del Bel Paese), ho poi avuto modo in questi mesi di scoprire che, su alcune cose, la Germania proprio non riesco a digerirla.
Il bilancio rimane comunque positivo, nel senso che - fortunatamente - sono molte più le cose che ho gradito rispetto a quelle che non ho apprezzato. Sotto tutti i punti di vista, a 360°. Dal cibo al vino, dalla politica energetica al rispetto per l'ambiente, dal valore dello sport al valore della tradizione, dalla valorizzazione degli spazi all'attenzione ai prezzi. Sono molte, ma qualcosa che esce dal coro, c'è. Ecco qualche esempio, cinque per la precisione, in ordine sparso.
1. Un occhio sull'Italia.
Come è vista l'Italia? Come il paese del buon cibo e dell'ottimo clima, ma anche il paese della mafia. Basta vedere nelle immagini che seguono, come siamo rappresentati al carnevale di Düsseldorf, o come siamo descritti in libreria. Dopo i fatti dello Stadio Olimpico di due settimane fa circa, accaduti prima e durante la finale di Coppa Italia, siamo ormai ufficialmente riconosciuti anche come un popolo di teppisti (vedi articolo su Bild).
Direttamente dal carnevale di Düsseldorf 2010 (fonte: focus.de) |
Solo nelle migliori librerie |
2. Caffè.
Forse il peggio della Germania. Quanto mi è mancato l'espresso italiano. Si, qui in quasi ogni bar lo fanno, ma manca qualcosina. E a prezzi folli. Mi è mancato a tal punto che 1) quando entro in Italia, al primo autogrill mi fermo a berne uno e 2) sto seriamente pensando di portare con me a ottobre una macchina del caffè come si deve. O forse due, non sarebbe male diffondere il vero Verbo della caffeina anche in ufficio, dove invece si continua ad usare una stupida macchina che produce un caffè che non è altro che acqua all'aroma caffè.
Tipica maniera di fare un caffè in Germania |
3. Orari.
Qui è tutto spostato in anticipo. Come se l'orologio biologico fosse spostato di una/due ore prima. Si inizia a lavorare non oltre le 7.30 e la pausa pranzo è tra le 11 e le 12. Oltre le 12, mensa chiusa: qualcosa del tutto incompatibile con lo stile di vita italiano. Cena: i ristoranti aprono alle 17 e alle 19 in giro non c'è più nessuno. Già...stanno finendo di mangiare!
4. Tastiera.
Occhio all'orologio! |
4. Tastiera.
Mica è come da noi, eh. A parte la presenza di ß, ä, ë, ö, ü, le tastiere tedesche sono prive di lettere accentate. Provateci voi a scrivere in italiano. E poi, qualcosa che proprio mi fa salire il livello di odio: la Y scambiata con la Z. Odio.
5. Condizioni di lavoro (alcune).
Gli stranieri sono trattati come da noi: sovrasfruttati e sottopagati. La fine che fanno in Italia gli extracomunitari, qui la fanno gli italiani. E la cosa ancora peggiore, a quanto pare leggendo su diversi gruppi in Facebook, è che i peggiori sfruttatori di italiani siano proprio i datori di lavoro italiani, specie quelli che sono riusciti a costruirsi un bella attività aprendo un ristorante italiano. La cucina italiana, si sa, non tradisce mai.
Comunque, non rimpiango più di tanto l'Italia, quando sento che anche qui in Germania si fa largo uso di contratti interinali. Oppure quando ho letto che gli stagionali assunti da Amazon nel periodo natalizio sono costretti a lavorare sotto la vigile guardia di miliziani neonazisti (vedi notizia). Insomma, qualche problema connesso alle condizioni di lavoro c'è anche qui, nessuno è perfetto e non lo sono neanche loro.
5. Mein Name ist. E per chiudere in bellezza, la pronuncia del mio nome: Stefano andrebbe pronunciato come Stèfano. E invece no, per loro sono Stefàno. Non potete neanche immaginare le risate di Giulia quando a Dresda ha sentito per la prima volta il mio nome pronunciato così. Io invece, lo sento tutti i giorni. A forza di dirlo, qualcosa sta cambiando.
Bis bald!
Stefano
Altro che QWERTY... |
Gli stranieri sono trattati come da noi: sovrasfruttati e sottopagati. La fine che fanno in Italia gli extracomunitari, qui la fanno gli italiani. E la cosa ancora peggiore, a quanto pare leggendo su diversi gruppi in Facebook, è che i peggiori sfruttatori di italiani siano proprio i datori di lavoro italiani, specie quelli che sono riusciti a costruirsi un bella attività aprendo un ristorante italiano. La cucina italiana, si sa, non tradisce mai.
Comunque, non rimpiango più di tanto l'Italia, quando sento che anche qui in Germania si fa largo uso di contratti interinali. Oppure quando ho letto che gli stagionali assunti da Amazon nel periodo natalizio sono costretti a lavorare sotto la vigile guardia di miliziani neonazisti (vedi notizia). Insomma, qualche problema connesso alle condizioni di lavoro c'è anche qui, nessuno è perfetto e non lo sono neanche loro.
Sarà proprio italiano questo ristorante??? |
5. Mein Name ist. E per chiudere in bellezza, la pronuncia del mio nome: Stefano andrebbe pronunciato come Stèfano. E invece no, per loro sono Stefàno. Non potete neanche immaginare le risate di Giulia quando a Dresda ha sentito per la prima volta il mio nome pronunciato così. Io invece, lo sento tutti i giorni. A forza di dirlo, qualcosa sta cambiando.
Bis bald!
Stefano
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