venerdì 2 maggio 2014

Un'altra tesi?

Ciao a tutti!
Non si finisce mai di imparare qualcosa dalla propria città. Per esempio non sapevo, fino ad oggi, dell'esistenza di una biblioteca all'interno del Museo Nazionale della Montagna. Inutile dirlo, mi si è aperto un intero mondo. Sulla montagna e non solo. L'occasione, un po' per caso, me la fornisce Giulia. La tesi di laurea che sta completando, sulla pittura del paesaggio alpino valdostano, la conduce in questo archivio a me finora sconosciuto. Questa piovosa giornata di maggio ci porta quindi a rinchiuderci per qualche ora nella rilassante sala di questa piccola biblioteca torinese.

Prezioso sapere di montagna

Per chi è appassionato di montagna, scalate ed escursioni (e non solo) qui si trova IL sapere. I volumi di questa biblioteca non sono semplicemente raccolte di relazioni alpinistiche o di consigli escursionistici (in più lingue, peraltro). Qui c'è la storia della montagna, degli uomini che l'hanno resa mitica, c'è tutta l'influenza che il mondo dell'alpinismo ha avuto sul panorama culturale italiano. Fantastico, questo è l'aggettivo che più mi trovo a ripetere, continuamente, quando mi trovo di fronte a veri e propri pezzi di storia della cultura alpinistica. Prendo un volume a caso e trovo la relazione della famosa salita di Cesare Maestri e Toni Egger al Cerro Torre. Guardo i numeri del Lo Scarpone consultati da Giulia e mi imbatto nell'articolo sulla tragica fine di Giusto Gervasutti al Mont Blanc du Tacul. Guardo un'occhiata ai volumi e trovo materiale addirittura risalente al XIX secolo. Una meraviglia, un pozzo di scienza, una fonte inesauribile di conoscenza sulla montagna.

Reperto datato 1899

Semplicemente UGET

Poi, forse la cosa più "commovente", o più sorprendente che dir si voglia, vedere tra le pagine delle varie riviste le prime pubblicità sui materiali usati in montagna; il Vibram, per esempio. Quante differenze nel rapido mutare dello stile, della grafica e dei meccanismi di comunicazione al pubblico. Tutto quanto molto vintage, come si usa dire ora.
Ma questo è solo un esempio. In realtà questo è un piccolo paradiso. Non ci sono i monti in "carne e roccia", stavolta, ma ci sono tutte le parole spese per descriverli, tecnicamente e appassionatamente. Si trovano i mezzi per conquistarli, si trovano le parole della loro anima. Pochi metri quadri in cui - da novizio in questo posto - ritorno come un bambino che guarda con sorpresa ogni volume, come fosse un nuovo mondo da scoprire. Anche il Cervino, o il Monviso, quei monti che sono e saranno sempre nella mia vita.

Quando nel 1930 si parlava di montagna si scriveva su L'Escursionista

Peccato aver scoperto così tardi questo posticino, alla luce del mio futuro trasferimento in Germania. Che sia per una tesi ("Non è che devi fare un'altra tesi, Giulia?"...ehm ehm) per tornare alla caccia di nuovi percorsi da esplorare in montagna o semplicemente per fare un salto indietro nel tempo, è certo che ci tornerò, con occhi mai sazi di scoperta e di avventura.
A presto!
Stefano

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