giovedì 15 maggio 2014

Morte a Paderborn

Ciao a tutti!
Quando accennai ai miei colleghi la mia Verrückte Idee, alcuni di essi mi dissero: “Ma cosa vai a vedere nella Renania Settentrionale-Vestfalia? Non c’è niente!”. Una risposta che annovero nell’insieme di diffidenza che i tedeschi del sud, soprattutto i bavaresi, hanno nei confronti di quelli del nord (anche se qui, rispetto all’Italia, la situazione è rovesciata: il sud è il motore economico della Germania). In realtà non si può dire che questa affermazione sia vera. Questo Land raccoglie numerosi punti di interesse, a partire dalle città lungo il corso del Reno, come Düsseldorf, Colonia e Bonn, fino a quelle più ricche di storia, come Aquisgrana e Münster.
C’è l’imbarazzo della scelta, dunque. La mia scelta non è però ricaduta su nessuna di queste: un po’ per motivi di “praticità geografica” e un po’ per conservare le località più interessanti per viaggi futuri con Giulia. Magari in bici, visto che il Reno – come tutti i fiumi tedeschi – ha la sua ciclovia… La mia scelta ricade dunque su una meta non convenzionale, la città di Paderborn. Ma stavolta, toppo clamorosamente.

Il Rathaus di Paderborn

La storia che precede questa città è molto ricca: qui infatti Carlo Magno e Leone III sancirono l’alleanza tra l’Impero e la Chiesa. L’impronta “ecclesiale” su Paderborn è chiara. Il centro storico è costellato di chiese, per la maggior parte ricostruite dopo i bombardamenti del 1944 e 1945, in cui l’85% della città venne distrutto. È una città che non pare avere una radice, un’identità, un’anima. Pochi punti di interesse nel centro storico, che apparentemente prometteva molto di più. L’unico luogo degno di nota di Paderborn, è il Duomo, l’unico edificio in grado di donare alla città una certa aura di regalità.
In un mix di romanico e gotico, esso colpisce soprattutto per l’imponenza dell’esterno (in particolare della torre campanaria), per il bel contrasto cromatico tra i chiari mattoni e la sua verde copertura e per il meraviglioso portale, detto “del paradiso”. L’interno non è da meno e possiede anch’esso un mix di stili, dal gotico al rococò, che ne segnano la sua evoluzione decorativa. Il pezzo più interessante (e impressionante, vista la sua altezza: più di quattordici metri) è sicuramente il monumento funebre al vescovo Von Fürstenberg.

Il lato meridionale del Duomo di Paderborn


Ma escluso il Duomo, Paderborn è ben poca cosa. L’unica vitalità di questa città è tutta nel fatto del giorno. Mi ritrovo infatti a Paderborn proprio nel giorno in cui la squadra di calcio locale, la SC Paderborn 07, batte il VfR Aalen per 2-1 e conquista l’accesso alla massima serie tedesca, la Bundesliga. Palazzi e vie tappezzate di bandiere nere, bianche e blu, i colori sociali della squadra, un maxischermo allestito nella Rathausplatz, decine di persone che camminano con le magliette o le sciarpe della loro squadra.
La festa è qui, dunque. Tuttavia la delusione per questa città, rimane. Ma un altro Land è stato toccato. Ne rimangono ancora cinque…


Bis bald!
Stefano

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