Devo ammettere che, come l'anno scorso, il momento della cena di Natale con i colleghi tedeschi, ha creato in me un po' di agitazione. Sinceramente: è difficile comprendere i loro discorsi, nonostante riesca ad intuire l'argomento di conversazione. Però non potevo rinunciarvi: perché si mangia, bene e senza cacciare un centesimo, perché posso dire di avere anche qualche amico tra i miei colleghi e perché, cosa che infine più di tutte mi affascina: entrare a fondo nella cultura di un popolo partendo dai loro usi e tradizioni, a tavola e soprattutto attorno alla tavola.
Il bilancio della serata è sicuramente positivo. Fortunatamente vicino a me ho avuto persone con un inglese (quasi) perfetto, tra cui la mia collega francese Enora, con la quale ho condiviso la fatica del provare a intendere i discorsi che ci hanno attorniato.
Il menù è molto semplice: un piatto a base di carne e pesce (si, la Germania non è per vegani e vegetariani) con contorno di verdure e… ebbene sì, pasta e riso. Da noi pasta e riso compongono la prima portata, in Germania non sono che un semplice contorno. Io mi fiondo sulla carne, il Sauerbraten, una sorta di stufato di manzo. Ottimo, come poi anche il dessert: poco natalizio, ma classico della Germania: gelato alla crema condito da una salsa di lamponi. Vorrei chiudere all'italiana con un buon caffè, ma l'espresso buono in Germania è ancora una rarità.
A tavola i miei colleghi, oltre a non lesinare sulle quantità di cibo, non si fanno mancare boccali e boccali di birra. Per il vino, peraltro rinomatissimo nella nostra zona, non c'è molto spazio. Meglio sciacquarsi la bocca con il pane liquido. Il numero di boccali trangugiati è impressionante, ma per molti di essi si tratta anche di birra analcolica. Che non pensavo fosse così in voga. Io non posso bere birra, ma immagino che bere birra senz'alcol sia simile a bere un caffè decaffeinato: la differenza si sente eccome. Non c'è spazio per l'alcol in questa serata: i ricordi dell'anno scorso con il vino nello stomaco e successivo controllo della polizia (vedi post) mi fanno desistere dal bere alcol. Al limite, mi prendo una tazza di Glühwein a casa. Non provo neanche un bicchierino di Schnaps. Parola a me sconosciuta fino a quel momento, Schnaps indica in generale una bevanda a forte gradazione alcolica, solitamente gin aromatizzato alla frutta. Se per metterlo “all'italiana”, una sorta di ammazzacaffè.
Sauerbraten (fonte: theliteratechef.com) |
È molto bello cogliere aspetti più tradizionali della cultura tedesca a tavola, come le frasi di rito prosit! e zum Wohl!, come il nostro cin cin. Che però si differenziano in base a ciò che si beve: prosit! è più indicato per il vino, mentre zum Wohl! è preferibile se si brinda con una sostanza analcolica. E poi il pugno sul tavolo, per richiamare l'attenzione dei presenti quando si vuole salutare: metodo sobrio, senza strida. L'atmosfera è allegra, c'è chi chiacchiera del più e del meno (talvolta anche di lavoro), c'è chi ride a crepapelle, c'è chi non riesce a stare fermo e gira tutti i tavoli perché della cena offerta dal capo non ci si vuole perdere proprio nulla.
E per una volta, tutti quanti felici. Senza polemiche, senza tensioni.
Zum Wohl!
Stefano
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