Ci sono tanti modi per definire ciò che sto per raccontare in questo post. A me piace chiamarla così, figuradimerda (tutto attaccato).
Tutto succede durante la prima domenica di Avvento. I miei genitori sono in visita a Schweinfurt e decidiamo insieme di recarci ai Christkindlesmarkt di Norimberga. Memori dell'esperienza dell'anno scorso, decidiamo di optare per il treno. È una scelta dettata dalla praticità di questo mezzo di trasporto in Germania e soprattutto in una città complicata come Norimberga, nella quale un anno fa non fu semplice trovare un parcheggio. E poi, soprattutto in Baviera, può essere molto conveniente grazie al Bayern-Ticket. In treno però, si sa, si incontrano personaggi di ogni genere. Ed è proprio così che io e la mia famiglia ci imbattiamo in un soggetto alquanto bizzarro.
Un ragazzo sui trentacinque anni, colpi di sole in testa, dai lineamenti chiaramente teutonici ma meno ruvidi del solito. Intento a leggere nervosamente un giornale, ci sediamo in sostanza attorno a lui. Ci guarda con fare circospetto. Chiude e apre in continuazione il suo Zeitung e lancia talvolta qualche occhiata quasi di disprezzo. I commenti da parte nostra, soprattutto mia e di Giulia sono palesi "ma cosa gli abbiamo fatto?" "non gli stiamo simpatici" e "se non gli piacciamo può ben sedersi da un'altra parte". Tutto ad alta voce, tutto in italiano. Perché è vero che qualcuno sa l'italiano in Germania, ma non è altrettanto facile capire la nostra lingua alla nostra velocità, peraltro se intrisa di accenti e forme gergali molto territoriali.
Orgogliosi di essere franconi (fonte: www.franken-sind-keine-baiern.de) |
Di lì a poco inizia a parlare con mia mamma in un italiano tutto sommato discreto, forse superiore alla media di tanti italiani. Lì capiamo di aver fatto una colossale figuraccia. Quest'uomo è un fiume inarrestabile di parole e tutto sommato è un piacere parlare con lui... per il suo italiano divertente e per le tematiche veramente... strambe.
Innanzitutto: la Franconia non è la Baviera! Pfui, Baviera... "la Baviera non ha cultura, i bavaresi sono gente grezza". Arriva a definire Bamberga come "la Roma tedesca": beh, forse non ha mai visto Roma. Poi si sposta su Schweinfurt, la città dove vivo e che tutto sommato ha raccolto l'apprezzamento dei miei familiari. "Io trovo Schweinfurt bruttissima...", "perché non c'è la cultura", "perché ci sono i proleti". I "proleti", ossia coloro che, grazie al loro lavoro nelle fabbriche di Schweinfurt, permettono a questa città e a buona parte dei comuni circostanti di prosperare. Ma lui è un uomo di cultura, e chi lavora in ambiti tecnici (come me) non è al suo stesso rango... A Würzburg (famosa città universitaria) sì che ce n'è di cultura.
Poi ci racconta qualcosa della Germania e dispensa qualche consiglio su come muoverci a Norimberga, però un incontro del genere non rimuove dalla mia mente una frase di Tolstoj riguardo il senso di superiorità di molti - ma non tutti - tedeschi.
Bis bald!
Stefano
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