venerdì 7 ottobre 2016

La città dei due Giovanni

Ciao a tutti!
Quando ci si trova in una città enorme come Johannesburg, una metropoli di oltre quattro milioni di abitanti, è evidente che ci si confronti con un puzzle di ambienti variegatissimi, veramente agli antipodi tra loro. La più grande città del Sudafrica è una realtà in continua evoluzione, nel bene e nel male, ma rispecchia alla perfezione l'attuale situazione del Sudafrica, dal processo di rinascita dal dramma dell'apartheid all'abisso tra la ricchezza più pomposa e la povertà estrema. Ogni quartiere è un mondo a sé stante, con le sue precise peculiarità.

La bandiera di perline

La storia di Johannesburg ha radici nella seconda metà del XIX secolo, sotto l'impulso delle attività di sfruttamento delle risorse minerarie (oro e diamanti). L'insediamento venne chiamato così da due ufficiali della Zuid-Afrikaansche Republiek, entrambi di nome Johannes, per questo fu chiamata... Johannesburg.
Johannesburg oggi è una città che sta lentamente recuperando il terreno che la separa da altre città del Sudafrica, Città del Capo su tutte. Johannesburg è comunque ancora una città "di passaggio", una meta nella quale i turisti iniziano il loro viaggio in Sodafrica (dall'aeroporto!), ma spesso viene snobbata dai circuiti turistici, che puntano maggiormente verso il Parco Kruger e la provincia di Città del Capo.

Nelson Mandela Square

Tra le aree più ricche ci sono certamente Houghton e Sandton. La prima è un quartiere residenziale ricchissimo, famoso perché ha ospitato gli ultimi vent'anni di Nelson Mandela, dalla presidenza fino alla sua morte. La residenza in cui morì, il 5 dicembre 2013, è attualmente luogo di pellegrinaggio per tutti coloro che hanno ammirato il più famoso padre del Sudafrica.
Sandton è invece il quartiere più occidentale di Johannesburg e forse dell'intera Sudafrica. È una location per turisti e uomini d'affari, un'area ricoperta da grattacieli in cui si trovano gli alberghi più lussuosi, i centri commerciali più importanti e le sedi delle principali aziende del paese. Ad attrarre i visitatori vi è sicuramente l'enorme statua di Mandela, la quale suscita tenerezza, alta ma così piccola al cospetto di questi grattacieli.

In ricordo di Madiba

Il lato più brutto di Johannesburg è sicuramente nel quartiere di Hillbrow. Qui abbiamo visto una delle pagine più brutte del Sudafrica. A Hillbrow le persone, tra cui molti minori (e quasi esclusivamente di colore), combattono ogni giorno la guerra contro l'indigenza e la povertà, una battaglia continua tra droga, prostituzione, AIDS, accattonaggio. Ogni isolato di Hillbrow è un ghetto a sé stante, magari di persone che arrivano in città da un'area specifica del paese o dell'Africa. Eppure Hillbrow era un quartiere prosperoso. Fino all'apartheid: dopo il 1994, si è lentamente trasformato nel quartiere degradato che è oggi. Il cambiamento post-apartheid ha mosso molti poveri dalla campagna alla città, causando involontariamente la nascita di queste aree in preda alla desolazione.
Qui è meglio non trovarsi senza una guida locale e soprattutto è meglio non trovarsi di notte. Come disse la nostra guida, «da Hillbrow di notte si esce spogliati o a piedi in avanti».

Scatto rubato a Hillbrow

Meta irrinunciabile per chi si trova a Johannesburg è Soweto, una township che ha saputo evolversi comprendendo l'importanza del turismo per emergere e uscire dalla povertà. Soweto, acronimo di SOuth WEst TOwnships, nasce all'inizio del XX secolo come un insieme di sobborghi in cui furono confinati persone di colore e indiani. Questa area di township si allargò fino ad assumere proporzioni decisamente preoccupanti per il governo bianco del Sudafrica - alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la popolazione di Soweto era di quasi mezzo milione. Non a caso Soweto è stato uno dei cuori pulsanti delle rivolte contro il regime dell'apartheid: a Soweto si trovano le residenze storiche di due padri del nuovo Sudafrica, Nelson Mandela e il vescovo Desmond Tutu; nel 1976, ebbe qui luogo uno degli episodi di resistenza più tristemente noti, per la sua violenza con cui fu soffocata, da parte degli studenti.
Con la fine dell'apartheid nel 1994 Soweto è rinata, fino a diventare una delle aree più frequentate dai turisti. L'Apartheid Museum (non distante da Soweto), l'Hector Pieterson Museum (il museo dei tragici incidenti del 1976) e il Mandela House Museum (l'edificio in cui Mandela ha vissuto fino al suo arresto, oggi mausoleo) sono importanti attrazioni turistiche, così come i tantissimi locali e ristoranti della città. In Vilakazi Street, dove è ubicato anche il Mandela House Museum, si respira una sana atmosfera di felicità ed allegria sudafricana.

Soweto in musica

Una classica bancarella, in Vilakazi Street

Per comprendere il nuovo Sudafrica, è interessante una visita a Constitution Hill, l'edificio costruito con i mattoni della vecchia prigione (all'interno dell'adiacente forte di Johannesburg fatto costruire da Paul Kruger). Esso ospita la Corte Costituzionale del Sudafrica, il più alto tribunale del Sudafrica, nonché chiave essenziale per capire a fondo la storia questa nazione, in quanto è uno dei luoghi di maggiore oppressione trasformato in un simbolo di libertà e democrazia.
Attorno all'edificio si trovano tutti i padri del nuovo Sudafrica e campeggia The Flame of Democracy, il monumento che ricorda la nascita della Costituzione. La scritta di ingresso di Constitution Hill è riportata nelle undici lingue ufficiali del Sudafrica (e anche in Braille), perché nessun sudafricano deve sentirsi escluso. La sala non è al livello del piano terra, ma più in basso, in modo che i giudici della Corte, dalle finestre dalla sala, possano vedere i piedi dei passanti: la volontà è di sottolineare il ruolo dei giudici in una democrazia costituzionale, ossia di agire nell'interesse del popolo, piuttosto che nel proprio. La sala che ospita gli undici giudici della Corte è sormontato da una enorme bandiera del Sudafrica realizzata con le classiche perline zulu.

L'ingresso di Constitution Hill

La fiamma della democrazia

Johannesburg, città di ricchezza e povertà, di giustizia e di iniquità, di allegria e di disperazione. E anche di tante cose buffe e strampalate.
I palazzi costruiti con container. Mancano appartamenti e si vuole fermare lo sfruttamento edilizio? No problem, si prendono dei container (verdi, nessun colore fu più azzeccato) in disuso e li si trasformano in comodi appartamenti da dedicare agli studenti universitari.
Una centrale elettrica a carbone in disuso. Due torri di raffreddamento altrettanto inutili. Come lo reinventano i sudafricani? Trasformandolo nella più importante location per fare bungee jumping. Questi sono solo due esempi, ma ottimi per comprendere quale ruolo preponderante abbia Johannesburg nella rinascita continua del Sudafrica.
Bis bald!
Stefano

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