domenica 16 ottobre 2016

C'è di peggio

Compleanno con tutore e stampelle. Il trentunesimo giro d'orologio della vita si è consumato allegramente, anche in versione "mobilità ridotta". Tre/quattro settimane non sono un periodo facile per chi è abituato ad essere in costante movimento. Corsa, bici e palestra occupano normalmente un posto preponderante nelle mie giornate. Farne a meno mi provoca una certa sofferenza, non potersi neanche concedere una passeggiata è frustrante. Tutto sommato, comunque, anche questi giorni di riposo sono stati utili. Non solo per l'ampio riposo di cui ho beneficiato, ma anche perché ho capito in fretta di quanto in fondo sia fortunato. Perché sì, sono in stampelle, con il tutore al piede, ma c'è di peggio.

Non è uno scarpone da sci...

C'è di peggio perché posso sognare la prossima maratona. Stare fermo, svegliarsi e addormentarsi col tutore, convivere con i dolori muscolari indotti dal tutore, faticare a fare scale in stampelle. Sono stimoli, è tutta benzina per rimettersi in piedi come si deve, per ricominciare a macinare chilometri senza paura, per tornare a correre sognando un nuovo traguardo. Non è male, eh?
C'è di peggio perché, nonostante tutto, posso camminare e uscire di casa per farmi la spesa. Si, faccio la spesa anche in stampelle. "Mi devono fermare col bazooka". Faticoso eh, ma riesco ad essere abbastanza autonomo anche con due gambe di sostegno.
C'è di peggio perché ho due gambe. Quando mi sono accomodato nel negozio di ortopedia per indossare per la prima volta il mio tutore, ero circondato da decine di esemplari di protesi per chi il piede, o peggio ancora, la gamba, non ce l'ha più. Che importanza può avere il mio cuboide microfratturato durante una maratona (divertendomi, quindi) a confronto di chi deve convivere fino alla fine dei suoi giorni con una gamba in meno e una protesi in più? Zero.
C'è di peggio perché, prima o dopo, tornerò a correre. Con felicità, come al solito. E invece in questi giorni scopro che un amico ora corre con la rabbia il lutto nel cuore per la scomparsa di un figlio che non era ancora nato. L'atrocità di queste notizie è così grande che cancella all'istante la quotidiana preoccupazione dei problemi di ogni giorno.
Per questi motivi, mi godo l'inizio di un nuovo anno di vita. I problemi, i problemi veri, stanno altrove.
Bis bald! (e grazie a tutti per gli auguri)
Stefano

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