venerdì 28 ottobre 2016

“Sull'orlo dell'abisso„

"Nell'aria c'era anche qualcosa di oscuro. L'avevo capito sui Monti Sibillini, dallo sguardo sibillino della banconiera dell'hotel Sibilla, un occhio fenicio - grigio con le pagliuzze d'oro - che, dal fondo di una penombra abitata da risa femminili e profumata di lenticchie e ragù, mi diceva: «Attento, stai entrando in terre arcane». E anche se fuori, sulla piana per Castelluccio, silenziosi deltaplani volavano su praterie sfolgoranti di sole e neve fresca, tutt'intorno posti come il Monte Utero, la Màcera di Morte o le gole dell'Infernaccio mi parlavano di negromanzia. Bastavano i loro nomi a dirmi che stavo sfiorando l'orlo dell'abisso. Non era solo la "larga, e orrenda, e spaventevole spelonca nominata Caverna della Sibilla" o il vicino Lago di Pilato, quello che “extendit frigidus undas; quem Necromanctes, nocte, dieque petunt„. In una vecchia guida del luogo potevo leggere testi medioevali pieni di demoni, fate viaggianti, iniziazioni e fantastici voli notturni. Tutto ciò che riguardava quei monti era circondato da tali superlativi - “immanis horribilisque specus„, “altissimis vero in montibus qui praedictis oppidis e regione respondent summo in Appennino„ - che le parole perdevano il loro senso descrittivo per diventare litania, esorcismo."

Visso, il giorno dopo (© Calavita)

Dieci anni fa Paolo Rumiz compiva il viaggio negli Appennini che avrebbe poi raccontato ne La leggenda dei monti naviganti. Queste sono le righe dedicate ai Monti Sibillini, i luoghi che mercoledì sono stati funestati da violenti fenomeni sismici. Rumiz sembrava quasi "predire" ciò che sta succedendo in questi giorni tra Umbria e Marche, quando citava i demoni che popolano quest'area.
Ma il demone degli ultimi giorni è vero, reale, concreto. Assume le sembianze di un'onda distruttiva, il terremoto. Un mostro invisibile, che colpisce alla spalle, a tradimento. E non guarda in faccia niente e nessuno. E contro il quale non si può fare niente.
Si può solo sperare nella fine di quest'incubo. E da subito, iniziare a prevenire.

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