giovedì 6 ottobre 2016

Bücher: Skyrunner. Il corridore del cielo

"Abbiamo tutti bisogno di comprendere che la vita è una continua ricerca di equilibrio tra vittorie e sconfitte, gioie e dolori. Dagli sbagli dobbiamo sempre imparare e da una sconfitta possiamo costruire le nostre vittorie più importanti. Le sfide dello sport e della vita servono proprio a questo; ci stimolano a scavare dentro noi stessi e a trovare la forza di volontà per continuare a migliorare. Ogni passo in salita, per quanto faticoso, racchiude già l'emozione della discesa."
Bruno Brunod, Skyrunner. Il corridore del cielo


Ecco, una storia di un personaggio positivo dello sport, un atleta non troppo conosciuto dalla massa. Ammetto, nemmeno io ne sapevo molto se non perché, fino al 2013, deteneva il record di salita sul Cervino, superato dopo diciotto anni di intoccabilità da Kilian Jornet Burgada. Oggi, superati i cinquant'anni di età, Bruno Brunod ha deciso di raccontarsi e di tramandare tutta la sua saggezza sportiva, grazie al suo grande bagaglio di esperienze collezionate in giro per il mondo.
La storia di Bruno Brunod è veramente strana e per questo è piacevole - e utile - leggerla. Nonostante una gioventù trascorsa ai piedi dello Zerbion, non ha corso in montagna fino alla soglia dei trent'anni. La sua strada sembrava essere il ciclismo, affascinato dal mito dell'uomo solo al comando, ossia dalla figura di Fausto Coppi. Poteva essere un grande scalatore (corse in squadra con un certo Chiappucci). Poi il colpo di fulmine su profili che da piccolo aveva sempre visto dal basso: le più alte montagne - e che montagne, quelle della Valle d'Aosta - ripidi pendii, ghiacciai, salite che tagliano il fiato, discese da affrontare a rotta di collo. Il record del Cervino, poi quelli su Monte Rosa, Aconcagua, il Kilimanjaro ed Elbert. Il tentativo (non riuscito) di stabilire il record anche sull'Everest. Tutto raccontato con grande passione.
La passione è la chiave di lettura più importante in Skyrunner. Il corridore del cielo: nulla nella carriera di Brunod è venuto senza passione. Niente. Il ciclismo, la corsa, il ritiro dall'agonismo, il rientro "soft" alle corse, sono tutte cose che nella vita di Brunod si sono susseguite senza forzature, sono arrivate inseguendo sogni. Non ci si allena per gareggiare, si gareggia se si è allenati, non si entra in competizione con gli uomini o con il tempo se manca la volontà di raggiungere un obiettivo. Da queste intense pagine emerge la figura di un uomo semplice, con le idee chiarissime, innamorato delle piccole cose della vita. E che tanto ha dato al movimento della corsa in montagna.
Bis bald!
Stefano

Giudizio: 8/10 

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...