venerdì 11 settembre 2015

Vite in cresta

Nella mente degli appassionati di montagna di tutto il mondo, il Cervino è un punto fermo, un bastione inamovibile, un pensiero fisso. Vedendolo, chi da Zermatt o da Valtournenche, chi in fotografia perché sono troppi i chilometri di distanza, non può non rimanerne attratto. Molti sognano di scalarlo, la maggior parte di essi con una guida. Anche io, persona dalle capacità alpinistiche limitate (perché per un motivo o per l'altro non ho mai voluto/potuto svilupparle), vorrei un giorno salire su quella vetta. E mi chiedo spesso se salirei dalla via normale svizzera sulla cresta dell'Hörnli, più facile e per questo più frequentata, o dalla via normale italiana sulla cresta del Leone, più difficile ma meno battuta e forse più ricca di storia, grazie agli innumerevoli tentativi degli alpinisti dell'Ottocento.

Hervé Barmasse in cima al Cervino (© Hervé Barmasse)

C'è invece chi questo problema non se lo è mai posto: le guide del Cervino, ad esempio. Due di loro in particolare, le quattro creste del Cervino le conoscono alla perfezione. Parlo ovviamente di Marco ed Hervé Barmasse, padre e figlio entrambi emblemi della Valtournenche. Il primo, una delle più grandi guide di sempre, la storia del Cervino l'ha già scritta, il secondo, uno degli ultimi baluardi dell'alpinismo classico, la storia la sta tuttora scrivendo. Nell'anno del Cervino non potevo non menzionarli, perché sulla Gran Becca hanno realizzato alcune tra loro imprese più grandi.
Il 15 settembre del 1985 infatti, Marco Barmasse compie il primo concatenamento in solitaria delle quattro creste del Cervino. In sole quindici ore, parte dal bivacco Bossi per salire in vetta dalla cresta di Furggen, scende lungo la cresta dell'Hörnli, attraversa il ghiacciaio alla base della parete nord, risale in vetta lungo la cresta di Zmutt per poi concludere l'impresa scendendo la cresta del Leone. Il figlio Hervé lo emula meno di trent'anni dopo: il 13 marzo 2014 ripercorre le orme del padre, sempre in solitaria ma in invernale (compiendo anche la prima invernale degli strapiombi di Furggen), impiegando diciassette ore per l'intero concatenamento. Pazzesco.

Barmasse padre e figlio (© Hervé Barmasse)

Ovviamente, non sono solo i concatenamenti ad aver reso celebre la famiglia Barmasse. Barmasse padre, infatti, ha nel "palmares" una delle prime più prestigiose, la prima invernale sulla parete ovest e altre tre nuove vie. Il curriculum di Barmasse figlio è ancora tutto in divenire, e nonostante ciò ci sono già tre nuove vie e sei ripetizioni solitarie sul Cervino, oltre alle varie scalate in Pakistan e in patagonia. Hervé rappresenta la terza generazione di una famiglia di alpinisti. E ora, il Cervino aspetta la quarta...
Bis bald!
Stefano

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