martedì 1 settembre 2015

Montmartre, la butte de Paris

Ciao a tutti!
Una vacanza a Parigi non può essere tale senza dedicare un po' di tempo a Montmartre. Perché? Perché sulla collina dove sorge Montmartre si respira, nonostante l'impressionante affollamento turistico, uno spirito che di metropolitano ha ben poco a che fare. D'altronde, Montmartre è un quartiere che può annoverare un vero e proprio vigneto, un quartiere in cui abbondano scalinate ripidissime (ho osato il paragone con Portoferraio). Una realtà di villaggio catapultata nel bel mezzo di una metropoli, dunque. E ancora di più è ricca di locali (alcuni dei quali storici), nonché ristoranti e cabaret. Ed è universalmente riconosciuto come il quartiere che meglio incarna lo spirito artistico dei bohemienne. Sono infatti tantissimi gli artisti che decisero di trasferirsi qui a Montmartre, così come sono tantissimi oggi gli artisti che lavorano nel cuore della collina più famosa di Parigi.

Place des Abbesses

Montmartre vive di spettacolo ed è essa stessa uno spettacolo, fin dalle prime battute. La stazione della metropolitana alla quale scendere è quella di Abbesses. una delle più caratteristiche in quanto all'uscita si trova uno degli unici due "esemplari" di edicola coperta in ferro battuto dipinto di verde. Ma è anche suggestiva per l'uscita stessa dalla metropolitana, una scala le cui pareti a fianco sono decorate da vivaci immagini che raccontano Parigi e le sue tradizioni. All'uscita, in Place des Abbesses troviamo uno degli angoli più romantici di tutta la capitale francese. Una giostrina gira imperterrita mentre gli innamorati se ne vanno nello square Rictus, un piccolo giardino famoso per un'enorme parete impiastrellata dove è scritto in tutte le lingue del mondo "ti amo".
Ancora qualche dubbio sul fatto che Parigi sia la città dell'amore per eccellenza?

Ti amo in tutte le lingue del mondo

Le caratteristiche di Montmartre, oltre alla fitta presenza di bar, ristoranti e locali vari, artisti di ogni genere, risiedono anche nell'urbanistica: strade strette, scale ripide e una moltitudine di case bianche, come nei più suggestivi villaggi di mare dell'Italia meridionali. E una quantità notevole di criminali da strada, soprattutto zingare che cercano di accalappiare i turisti (e i loro portafogli). Fortunatamente da queste parti la polizia è di casa, e come per incanto tutti i ladruncoli spariscono. Suddenly.

Vista su Parigi dal Sacro Cuore

Per arrivare alla Basilica del Sacro Cuore da Abbesses ci sono due opzioni: la funicolare o una scala che sa di eterno. Vista la coda, optiamo per la seconda ipotesi. Arrivati in punta alla scala si apre una meravigliosa vista su Parigi. Le case coprono la Tour Eiffel e il quartiere della Défense, senza di esse l'occhio potrebbe spaziare su tutta la città o quasi. Ovviamente spicca molto bene la Tour Montparnasse - duecento metri di altezza non sono di certo invisibili - ma anche la ruota delle Tuileries e il Centre Pompidou sgomitano tra i palazzi per farsi vedere dalla balconata di Montmartre. Che dire della Basilica del Sacro Cuore? Meravigliosa se vista da lontano, curiosa e intrigante davanti alla scalinata di ingresso, una vera delusione all'interno, una sorta di tempio pagano. Da non soffermarcisi troppo...

Total white

...perché, senza nulla togliere al Sacro Cuore e al panorama che da lì si gode, il bello di Montmartre deve ancora arrivare. Serve percorrere poche decine di metri per arrivare nel vero cuore del quartiere, l'alberata Place de Tertre. È uno dei luoghi più affollati di tutta Parigi, e il merito è degli artisti che popolano la piazza: sul lato sud-est è impressionante il numero di ritrattisti, disegnatori, pittori, caricaturisti e artisti in genere. Tutti sono molto bravi con le loro diverse tecniche, ma alcuni di questi lavorano in maniera meravigliosa. E dunque, anche noi, dopo un'attenta riflessione, ci facciamo ritrarre insieme. In un meraviglioso quadretto che la disegnatrice ha chiamato "una storia d'amore" e che ora abbiamo orgogliosamente appeso a casa nostra.

Prima è il turno di Giulia...

...poi tocca a me e...

...questo il risultato finale!

Sul lato nord-ovest di Place de Tertre, abbondano i ristoranti dalle classiche tovaglie dai quadretti bianchi e rossi. Alcuni di questi hanno il classico ingresso in legno verniciato, un altra caratteristica rintracciabile in tutta Parigi. Questi locali sono un pezzo di storia di Parigi: alcuni, come La Bonne Franquette e Le Consulat, ospitarono personaggi come Van Gogh, Cézanne, Sisley, Toulosue-Lautrec e Monet.
Scendendo su Rue de Sautes, si incontra un luogo simbolico di Montmartre, la vigna del quartiere, una coltivazione che ha dell'incredibile: venne piantata dalla regina di Francia Adelaide di Savoia nel XII secolo! Tuttora produttiva, nonostante più di una speculazione edilizia la mise in grave pericolo nel passato. Il primo sabato del mese di ottobre, gli abitanti di Montmartre rendono omaggio alla vendemmia, che ogni anno produce circa settecento bottiglie di vino etichettato Clos Montmartre.

Un'affollata Place de Tertre

La Bonne Franquette e Le Consulat, due dei locali più famosi di Montmartre

Muovendosi verso ovest, si incontrano altri due locali storici. Uno è quello che viene chiamato "Au Lapis Agile": il nome di questo cabaret richiama proprio il coniglio, merito dell'opera del pittore Gill, che sulla facciata del locale dipinse proprio un coniglio che esce da una pentola. Anche qui sono passati nomi illustri, come Picasso e Modigliani. Poco più lontano si può anche incontrare il Moulin de la Galette, famoso per le frequentazioni celebri, di Van Gogh e Renoir: proprio quest'ultimo lo rese immortale grazie al suo dipinto Bal du moulin de la Galette.

Rue St-Rustique

L'estremità più occidentale di Montmartre presenta l'omonimo cimitero, dove riposano molti personaggi francesi famosi, come Stendhal, Degas e Truffaut. Proseguendo la discesa, si arriva nel quartiere a luci rosse di Parigi. Paradossalmente, tutto ruota intorno ad una piazza il cui nome non ha nulla a che fare con il colore rosso, Place Blanche. Questa è la piazza del Moulin Rouge. Eh si, un certo fascino lo esercita eccome, perché è sì, molto caratteristico, ma è soprattutto simbolico. Così simbolico che i turisti si presentano in massa all'ingresso, pronti per assistere allo spettacolo del can-can del Moulin Rouge, quello che Toulouse-Lautrec rese immortale negli affiche che pubblicizzavano lo show della ballerina La Goulue.

Il Moulin Rouge e una discreta coda all'ingresso

Lungo l'antistante Boulevard de Clichy, invece, vige il regno dei sexy shop, laddove il sesso non conosce freno alla fantasia. È una raffica impressionante di negozi a tema, davanti a quali è impossibile non fermarsi: la curiosità di capire dove si spinge l'inventiva umana nell'erotismo è più forte di tutto. E di inventiva qui ce n'è a palate: penso ancora oggi ai "tool" a forma di Tour Eiffel, inequivocabili Al numero 72 del Boulevard de Clichy si può addirittura trovare il Musée de l'Erotisme. In parte l'orario già tardivo, in parte non ce la siamo sentiti e la visita è saltata. Sarà per una prossima volta?

Artisti all'opera in Place de Tertre

Quel che è certo che in una futura visita a Parigi ci precipiteremo a Montmartre. Perché è un quartiere semplicemente unico. Perché non si trova nulla del genere altrove (la vigna, i mulini storici), per la vivacità delle piazze, per certe immagini che rimangono in mente. Che non sono i sexy shop, ma i ristoranti più caratteristici e gli angoli in cui le lancette dell'orologio si sono fermate.
E perché, alla fine, lo dobbiamo alla nostra ritrattista. Ci aspetta fra qualche anno, me e Giulia, con i nostri bambini dagli occhi azzurri...
Bis bald!
Stefano

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