In Italia giornate come quella di oggi passano quasi inosservate. Se l'8 novembre del 1989 passò alla storia come il grande giorno della caduta del Muro di Berlino, fu nella quiete generale che la Germania tornò ad essere un'unica nazione. Era il 3 ottobre 1990, e da quel giorno sono passati venticinque anni: quel giorno venne formalmente sancita la riunificazione della filooccidentale Repubblica Federale Tedesca con la filosovietica Repubblica Democratica Tedesca.
Venticinque anni fa si compiva un passo verso la nascita dell'Europa come la conosciamo oggi. Senza quella firma, molto di quello che vediamo oggi non ci sarebbe. Probabilmente non sapremmo cosa è l'Unione Europea e non conosceremmo la portata del grande cambiamento culturale che (lentamente) sta attraversando il Vecchio Continente. Non sapremmo come è bello attraversare un continente senza dogane e in cui circola la stessa moneta. Non potremmo sentirci orgogliosi nel definirci non solo italiani, tedeschi o francesi, ma anche cittadini europei.
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Venticinque anni fa fu un momento cruciale per la Germania e per l'Europa. Uno sguardo al passato fa certamente bene, ma pensare al futuro fa ancora meglio. E ai tedeschi piace proiettarsi nei prossimi anni. Forse è per questo che in Europa sono davanti a tutti.
A ricordarcelo è stata l'edizione speciale di Bild, che ci siamo trovati per caso nella cassetta della posta. Un numero molto interessante, se non fosse che il tedesco ancora non lo mastico a sufficienza per comprendere cosa scrive un giornale. Ma l'ultima pagina, quella secondo me più divertente, non era difficile da comprendere. Ai tedeschi, nella fattispecie alla Bild (il quotidiano più venduto in Germania e nell'intera Europa), piace immaginare le prime pagine fra venticinque anni. Bild significa immagine, e il quotidiano è sì, l'immagine del popolo tedesco.
Un popolo di sognatori, innanzitutto. Ci va molta immaginazione a sognare altri quattro titoli campionati del mondo di calcio, Angela Merkel ancora al potere, l'Olanda spazzata via dal mare e una Germania quindi circondata dal mare, una ferrovia che possa collegare la Germania con Parigi in due secondi, il primo papa "in gonnella", Marte come nuova meta turistica. Un popolo di simpaticoni, quindi. Fra venticinque anni ci sarà il rubinetto della birra, la regina Elisabetta II nominerà sir nientepopodimeno che Bastian Schweinsteiger, Blatter lascerà la presidenza della FIFA e la Grecia inizierà a restituire il debito contratto con la Germania.
Ma quello tedesco è (seriamente parlando) anche un popolo che ha saputo ricostruirsi dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, che è riuscito a ricompattarsi dopo anni di crudele divisione, muri e cortine, che si è risollevato dalla depressione economica postbellica e a riportare in alto anche i Land più poveri della ex-DDR, nonché a trainare l'economia europea. Per questi motivi e tanti altri, non posso che augurare altri venticinque di questi anni.
Buon compleanno, Germania!
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