martedì 13 ottobre 2015

Direzione Ponte Vecchio: chilometri di foglie morte

Ciao a tutti!
Gli allenamenti in vista di Firenze continuano senza indugi. Assieme alla palestra, sempre importante, assieme a ripetute su salite apparentemente impossibili da correre, assieme a serie di allunghi veloci, talvolta sotto un diluvio, ci sono i "lunghi", la tipologia di allenamento che più preferisco. Poco alla volta, il chilometraggio aumenta. E soprattutto, sale con interessanti risultati, che lasciano intravedere ottime prospettive verso l'appuntamento di fine novembre.

Io corro qui/1 - Mainradweg (versione autunnale)

Un'uscita da 16.5 chilometri a 4'34"/km, ad inizio settembre, poteva essere poco significativa. Sedici chilometri non sarebbero da considerare come "lungo", in quanto l'allenamento standard giornaliero consta di quattordici chilometri circa. Ma è un tempo già importante, tenendo conto che è stato fatto ad inizio preparazione. Poi arrivano due "lunghi" interlocutori, come la sessione da 18 chilometri sul tappeto, svolta a 4'43"/km e ancora quella effettuata per verificare la tenuta sulla mezza maratona, 21.7 km corsi a 4'41"/km. Tempi comunque buoni, se messi in relazione a sei o dodici mesi fa.
Ciò che mi ha stupito sono i lunghi che sono venuti dopo. Una settimana prima della mezza maratona corsa a Norimberga ho aggiunto due chilometri, correndo 23.8 km in 4'35"/km. Ecco, questo è un importante miglioramento, totalmente inaspettato. Ma ciò che è stato per me molto significativo è il come ho corso durante questi (quasi) ventiquattro chilometri. Dopo i primi tre-quattro chilometri come sempre relativamente lenti, ho iniziato a carburare e macinare chilometri costantemente sotto 4'40"/km. Ci sta, a gambe fresche. Ma con lo scorrere dei chilometri il passo aumentava sempre di più. La stanchezza affiorava, ma il ritmo non calava, anzi aumentava, fino ad uno splendido 4'27"/km nel chilometro finale.

Io corro qui/2 - Mainberg (© Christian Kutz)

Mi sono detto: «dopo un lungo fatto in queste condizioni, la prossima uscita dovrai essere un pochino più lento». E invece no, domenica ho corso 26.9 km in 4'33"/km, ossia limando due secondi a chilometro, ma aggiungendo tre chilometri. La trama è la stessa: anche stavolta, dopo una partenza col freno tirato, ho progressivamente alzato il ritmo, fino a correre gli ultimi tre/quattro chilometri costantemente sotto 4'30"/km. Qui si inizia a superare i 13 km/h, cosa che non credo mi sia mai successa in un lungo. Inizio a non credere più a me stesso. Progredire, avanzare, migliorarsi, ci sta, è legittimo, ho lavorato per questo. Non pensavo potesse succedere al punto tale da raggiungere e oltrepassare quello che vorrebbe essere il ritmo maratona.
Penso a sei mesi fa, quando corsi un lungo da 27 chilometri in 4'45"/km (vedi post), che significa correre cinque minuti più veloci. Il 29 novembre non potrò correre cinque minuti più veloci. Ma aspettarsi un bel miglioramento è lecito. Scendere sotto le 3h15' è più che una speranza. In condizioni favorevoli e senza imprevisti, è quasi una certezza.
Bis bald!
Stefano

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