venerdì 31 ottobre 2014

Il caleidoscopio

Ciao a tutti!
Chi legge con assiduità le parole che quasi quotidianamente scrivo su questo blog non può non sapere quanto grande e smisurato sia l'amore che provo per una città in particolare, Venezia. Al punto da avere un sogno, correre nella città lagunare una maratona, resosi concreto ormai già ben due volte. L'ammirazione per Venezia è totale, il mio sguardo si illumina parlando della “Serenissima”.

Luce ed acqua

Lo stesso vale anche per una piccola isola a pochi chilometri da Venezia, Burano. La città dei merletti, del campanile storto e delle case colorate, quella che talvolta si confonde con la più nota Murano, proprio lei. Nel momento in cui le previsioni meteo indicavano bel tempo, non ho avuto dubbi: la nostra meta post-maratona doveva essere Burano, a maggior ragione perché Giulia non l'aveva ancora mai vista.

Rosa shocking

Trovare un cielo sereno e perfettamente limpido a Burano non è cosa semplice. L'umidità della laguna fa sì che spesso la nebbia avvolga quest'isola. Proprio alla nebbia è legata una delle leggende che tentano di spiegare il perché delle case colorate: le tinte vivaci delle abitazioni dei “buranelli” renderebbero più facile l'individuazione della propria casa. C'è chi sostiene che il colore della casa vada legato al cognome e quindi a un'appartenenza familiare. Ho letto altrove che il motivo è da ricondurre alla lunga assenza dei pescatori da casa: i colori sgargianti avrebbero aiutato a riconoscere la propria abitazione. Va da sé che una interpretazione univoca non esiste, ma in fondo interessa relativamente. Burano è fantastica così.

C'è anche spazio per il tenue

Indubbiamente la caratteristica più amata di Burano è proprio l'allegria che scaturisce da questa miscela ordinata di colore. La tavolozza è ricca: giallo, blu, verde, anche rosa o viola. I colori più impensabili per le nostre case qui si trovano tutti. Piet Mondrian ne andrebbe fiero. Camminare tra i canali di Burano non può che essere un'attività dilettevole per tutti, per chi vuole godersi una bella giornata, per chi è affascinato da un'architettura non convenzionale, per gli appassionati di fotografia, che sulle loro foto di Burano non avranno bisogno di utilizzare Photoshop.

Blue narrow

Burano è però anche un bel modo per evadere dalla confusione veneziana: Venezia è unica, indimenticabile, certo, ma anche – specie nei weekend – caotica. A Burano, distante qualche chilometro da Venezia e per la quale sono necessarie qualche decina di minuti di vaporetto, non vi è la folla scatenata di Piazza San Marco. Ci sono molti turisti, nella maggior parte armati di apparecchiature fotografiche all'avanguardia, ma l'atmosfera è decisamente più rilassata. Nel cuore del paese, piazza Galuppi, si cammina tranquillamente senza dover schivare coppie intente a scattare un selfie, cingalesi che vogliono appiopparti sgarbatamente una rosa o gruppi turistici di pensionati tedeschi.

Incuranti dell'ordine cromatico

Per quanto riguarda lo shopping non c'è da rimanere delusi: Burano è la città del merletto. Sono numerosi i negozi che commerciano filati di ogni genere. Se sia proprio tutto originale, “made in Burano”, questo mi è difficile da dire. Volendo andare sul sicuro, si può ripiegare sui biscotti che qui a Burano hanno un'ottima fama. Non posso giudicarli, essendo celiaco, ma chi li ha assaggiati li trovò deliziosi.

Merletti per tutti i gusti

A Burano torno sempre molto volentieri: è la terza volta nel giro di pochi anni, ed è forse una rara anomalia. Non sono solito a ritornare in posti già visitati, preferisco scoprirne di nuovi. Ma Burano fa eccezione. Forse perché ogni tanto c'è bisogno di aggiungere colore alla nostra vita.
Bis bald!
Stefano

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