Dessau, cittadina che con la vicina Roßlau forma un nucleo di circa novantamila abitanti adagiato sulle rive del fiume Elba, è conosciuta in Germania e nel mondo per un solo motivo: la scuola di arte e di architettura chiamata Bauhaus. È un nome, questo, che non può lasciare indifferenti. Credo che quasi tutti abbiano perlomeno sentito nominare questo nome una volta. Io l'ho sentito nominare parecchie volte ma, ad esser sincero, non ho mai ben capito di cosa si trattasse. Ci ha provato Giulia, che in materia è preparatissima. Ma sarò sincero, mi sono reso conto del valore e dell'importanza storico-artistica di questo luogo solo quando mi sono trovato qui, a Dessau. Non a caso, questa città era tra le mete "obbligatorie" che avevamo scelto per il nostro tour tra i Land di Sassonia-Anhalt e Turingia.
Innanzitutto, cosa è la Bauhaus?
Gropius e Bauhaus, due strade che si incrociano |
La Bauhaus, letteralmente "casa delle costruzioni", non è stata una semplice scuola di arte ma un vero e proprio movimento. Se intesa come corrente artistica e culturale, è la fusione dell'arte e della tecnologia nell'architettura e nel design.
Fondata nel 1919 a Weimar e poi trasferitasi a Dessau nel 1925, la Bauhaus ha lo scopo di unificare e razionalizzare le arti figurative per la creazione di architettura e design funzionale, pienamente spendibile nel contesto sociale di ogni giorno. Forse tutto meno bello, ma utile. Per intenderci, l'arte della Bauhaus poteva essere una lampada, o una poltrona, un'arte che poteva essere compresa dalla popolazione. Fino al punto che alcuni di loro presero casa a Dessau proprio nel "centro" della popolazione, in case che raffiguravano pienamente i loro concetti di arte ed architettura (case ancora visibili e visitabili tuttora, pena una passeggiatina di qualche decina di minuti dalla Bauhaus).
La famosa facciata del Bauhaus |
Dessau ospita l'edificio simbolo della Bauhaus, progettato dal fondatore stesso della scuola, Walter Gropius, e che rappresenta il miglior esempio dello stile razionalista tedesco. All'apparenza può sembrare anche un po' brutto, questo edificio. Cubi di cemento e vetro, vetro e cemento. Che si inglobano tra loro quasi a voler formare un simbolo. Avendo la possibilità di poter fare un tour all'interno di questa struttura, posso garantire che non si può non rimanere colpiti dal fascino e dal significato che questa corrente stilistica ha avuto. Soprattutto negli anni che hanno seguito la sua chiusura.
Infatti, nel 1932, con l'avvento del nazismo in Germania, dovette trasferirsi a Berlino, dove sopravvisse per solo un anno. Il nazismo non vedeva di buon occhio questa scuola (e in generale le arti contemporanee), in quanto ritenuta un covo di comunisti e di rivoluzionari libertini.
L'ingresso del Bauhaus |
Ma la Bauhaus non morì con la sua chiusura ufficiale e le sue idee sopravvissero alla guerra. La Bauhaus poteva annoverare grandi nomi dell'arte di quel periodo, come Paul Klee e Wassily Kandinsky, Oskar Schlemmer e László Moholy-Nagy. Buona parte degli illustri personaggi che vi lavorarono si trasferirono all'estero, ma soprattutto negli Stati Uniti, dove il substrato culturale era molto fertile e l'accoglienza per tutti gli esponenti del panorama culturale europeo che volevano prendere le distanze da Hitler era assai "calorosa". Essi poterono continuare a far vivere i concetti della Bauhaus, anche oltreoceano e anche dopo il conflitto mondiale.
Insieme all'interno del Bauhaus |
La collezione permanente all'interno della Bauhaus ripercorre l'idea alla base di questa corrente artistica; il percorso museale che illustra la nascita del movimento e la costruzione del suo edificio simbolo, ci riporta alle origini del design e ci spiega il clima culturale a cavallo fra gli anni Venti e gli anni Trenta, un periodo che ha sancito il destino dell'Europa intera.
Passeggiare all'interno e all'esterno dell'edificio della Bauhaus è stato emozionante per me, figuriamoci per Giulia che queste cose le ha studiate ed amate all'università. Certo, non sarà la Bauhaus e tantomeno non sarà Dessau, il luogo più attraente della Germania. Ma poter mettere i piedi, poter osservare con i propri occhi le aule e gli spazi dove è sostanzialmente nato il design, dove ha preso il vita il moderno, dove si discorreva di arte e cultura ogni giorno, dove le idee proliferavano, è... davvero un'esperienza da vivere. Senza fronzoli, proprio in perfetto stile Bauhaus.
Bis bald!
Stefano
Linee che toccano il cielo |
"Tutti noi architetti, scultori, pittori dobbiamo rivolgerci al mestiere. L'arte non è una professione, non v'è differenza essenziale tra l'artista e l'artigiano. In rari momenti l'ispirazione e la grazia dal cielo, che sfuggono al controllo della volontà, possono far sì che il lavoro possa sbocciare nell'arte, ma la perfezione nel mestiere è essenziale per ogni artista. Essa è una fonte di immaginazione creativa."
Walter Gropius, Manifesto programmatico del Bauhaus
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