giovedì 11 giugno 2015

Vedi cagacazzi?

Ciao a tutti!
Direi che trascorrere un intero weekend in Germania (e anche di più considerando il giorno di festa del Pfingstenmonntag) in compagnia di un amico è stata un'esperienza illuminante. Ridendo e scherzando, perché così deve essere con un amico, mi sono accorto in primis, ancora una volta di più, di quanto mi debba sentire un privilegiato nel poter costruire per me e per Giulia un futuro in Germania. In secondo luogo, ho avuto modo di arricchire il mio bagaglio di esperienza in terra tedesca. Ma partiamo dall'inizio.

German lifestyle è anche un bicchiere di vino sul ponte

L'inizio è innanzitutto la brutta sorpresa del venerdì mattina. Riccardo deve atterrare all'aeroporto di Francoforte. Che per me è Francoforte sul Meno, il Frankfurt Flughafen, lo scalo internazionale, l'aeroporto più grande di Germania insomma. Cerco il suo volo sulla pagina web dell'aeroporto, in quanto mi serve sapere a quale terminal atterra, ma niente, non si trova. C'è qualcosa che non quadra. Mi sovviene che Francoforte ha un altro aeroporto, Frankfurt-Hahn. Ed è lì che arriverà l'aereo con a bordo il mio amico. Bene, volete sapere dove si trova Frankfurt-Hahn? Non si trova a pochi chilometri da Francoforte, no. Non si trova a cinquanta chilometri da Francoforte, no, no. Non si trova nemmeno nello stesso Land di Francoforte (Assia), ma in Renania-Palatinato. Potevano chiamarlo "aeroporto di Magonza", no? Assurdo. E quindi mi tocca allungare di molto la tratta per recuperare Riccardo all'aeroporto. Ok, mi organizzo per bene, pure con una tappa a Miltenberg per non sorbirmi in una sola tranche tutto il viaggio di tre ore da Schweinfurt a Francoforte-Hahn.
Poi, quest'aeroporto alle undici di sera...popolato da personaggi loschissimi, che sembrano usciti da una cellula terroristica dell'Isis (i voli provenienti da Fez e Marrakech spiegano tutto). Il top è l'arabo-germanico quello che si veste da arabo dalla testa fino ai piedi, e i piedi li veste alla tedesca, calzino bianco e sandalo. Memorabile.

Scorci di Norimberga

Sabato: un giretto per le vie di Schweinfurt alla mattina, per dare un'occhiata ai prezzi e capire quanto si risparmia a fare la spesa in Germania. Ce la metto tutta con Riccardo, ma lui, niente da fare si fissa sulle Pringles che costano un euro in meno, questo fatto lo sconvolge. Al pomeriggio ce ne andiamo a Würzburg, la città che solitamente preferisco mostrare a familiari e colleghi in visita, è una città grande, ricca di storia, di arte e di vitalità. Ed è a mezz'ora circa di automobile da Schweinfurt. Ce la giriamo bene, evitando di salire al Marienberg, arrivare in là comporta un sacco di tempo e di fatica che in quel momento non vogliamo spendere. Un bicchiere di vino prima, e cena a base di würstel e crauti dopo, sempre all'Alte Mainmühle, il vecchio mulino sul Meno riadattato a locale più caratteristico della città. E alcune riflessioni sul vivere in Germania.
Centinaia di persone sull'Alte Mainbrücke di Würzburg, decine di persone all'interno del ristorante. Tu l'hai visto il cingalese che vuole venderti la rosa? Nessun cingalese. Tu l'hai visto lo zingaro che vuole spillarti dei soldi? Nessun zingaro. Tu l'hai visto l'africano che vuole venderti qualche cianfrusaglia? Nessun africano. E perché? Perché qui in Germania gli immigrati lavorano e si impegnano, come il dovere civico di ogni persona dovrebbe imporre.

Si accontenta di poco

Domenica: Norimberga è una città che non tradisce mai le aspettative, perché non andarci? Poi con il Bayern-Ticket, il biglietto che a partire da 23 € (più 4 € per ogni persona aggiuntiva) consente di viaggiare illimitatamente per un giorno su tutti gli efficienti (non sempre) e pulitissimi (sempre) treni regionali della Baviera. In fase di parcheggio della macchina in zona stazione, vediamo qualche gruppetto di ragazzi e ragazze vestiti con i tipici costumi bavaresi da festa. Molto belli da vedere, ma che nel contesto moderno risultano un tantino anacronistici. Ci prepariamo per fare i biglietti e ci accorgiamo che la stazione è invasa da ragazzi e ragazze così conciati. Tutti sullo stesso binario in cui si fermerà il treno che da Würzburg è diretto a Norimberga. Ci attende una lotta per accaparrarci qualche posto a sedere, dunque? Niente di più sbagliato, in quanto il treno è già stracolmo di persone (anch'esse conciate in bavarian style) e la lotta è anche solo per entrare. Ecco, qui sorge il problema. Ci ritroviamo accalcati, in mezzo a tante ragazze, carine in quanto molto giovani (a parte le eccezioni, ritengo che in media le donne tedesche dopo una certa età sfioriscano molto più rapidamente rispetto alle bellezze latine), e agghindate con costumini che non tradiscono le loro grazie. Se per un single impenitente come Riccardo la situazione creatasi non è un problema, per me lo è. Il disagio è tanto e la paura di trovarmi in una situazione imbarazzante lo è ancora di più. Per inciso, qui tutti hanno una bottiglia in mano, e posso garantire che non vi è acqua. Nel migliore dei casi è birra, nel peggiore è alcol a tassi moderatamente alti, che le ragazze non si fanno problemi a bere direttamente dalla fonte.
Ad Erlangen, improvvisamente, il treno si svuota: il motivo è lo stesso per cui le carrozze erano così piene. Buona parte dei passeggeri era diretto ad Erlangen per il Bergkirchweih, una sorta di piccolo Oktoberfest in collina (che poi tanto piccolo non è: pare che sia il terzo evento all'aperto per dimensioni in Baviera). Immagino queste ragazze, già brille sul treno, cosa potrebbero diventare nel corso di un'intera giornata in compagnia di birra che scorre a fiumi.

Francoforte, MyZeil

Dicevo, Norimberga. Sempre una bella città, piacevole da passeggiare nelle sue vie (il caos dei mercatini natalizi è ben lontano), sui suoi ponti e negli spazi lungo le mura. Ovunque ponga il mio sguardo, vedo gente felice. La vedo in gelateria, la vedo al ristorante, la vedo salendo al castello, la vedo mentre gioca nelle aree verdi. Gli increduli sono quel gruppo di turisti italiani che mi chiedono la direzione per andare al castello che domina Norimberga. Sono stupiti dall'efficienza, dall'ordine e dalla pulizia della Germania. E ci credo. Vedi immondizia per le strade? Non vedo immondizia per le strade. Vedi gente che disturba? Non vedo gente che disturba. Qui si vive bene. E glielo spiego ancora meglio: in Italia, ora, non ci voglio tornare.

Italiano a Main-hattan

Lunedì: Francoforte sul Meno. Decidiamo di avvicinarci a Francoforte-Hahn e non c'è nulla di meglio di una visita alla metropoli per eccellenza dell'Assia, la qunità città per dimensioni dopo Berlino, Monaco di Baviera, Amburgo e Colonia. Francoforte è una città molto criticata, personalmente è stato uno dei miei apprezzamenti preferiti - nonché inaspettati - durante i miei viaggi in Germania. Ci fermiamo ad Offenbach am Main e da lì prendiamo il treno. Non conosco a sufficienza Francoforte per decidere di addentrarmi in auto. E comunque senza la Umwelt-Plakette, il bollino ambientale, non posso entrarvi. Treno impeccabile, in ordine e in orario, stazione pulita e sicura, in stile tedesco. Poi iniziamo un tour per le strade e le piazze di Francoforte: l'Eurotower, grattacielo che fino a qualche mese fa ospitava la sede della Banca Centrale Europea, l'Hauptwache, lo Zeil, le rive del Meno, la Römer, la Borsa.
L'atmosfera è un tantino sonnolenta a causa della festività di Pentecoste, che nel Land dell'Assia è giorno di festa e quindi, giorno in cui non si può apprezzare la tipica vitalità dei giorni feriali. Anche per questo motivo, ci godiamo con meno frenesia la giornata. Ecco, una parola chiave: frenesia. Che non c'è. Una parola che a volte pare veramente uscita dal dizionario del popolo tedesco. Me ne accorgo tutti i giorni in ufficio, passeggiando per le vie della mia città o uscendo la domenica pomeriggio. Se mi chiedete cosa vedo, beh, qui in Germania io vedo, nonostante la lontananza con la mia terra d'origine, una vita migliore. Che vorrò mostrare a tutti gli amici che verranno a trovarmi.
Bis bald!
Stefano

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