domenica 28 luglio 2013

Alla faccia del clima secco

Ciao a tutti!
Una bella sedia, gambe distese, il fresco del bosco, il torrente che scorre a pochi metri. E ottima compagnia: tutto quello che serve ora, al termine di una lunga giornata di trekking a cavallo tra Francia e Spagna. Non faticosa, neanche troppo lunga, ma nel complesso impegnativa e comunque, sempre ricca di spunti interessanti e panorami inaspettati.

La Cascata del Cinca, meraviglia della Valle de Pineta

Partenza dal Refuge de Espuguettes, tra rocce coperte da nubi e su terra ed erba bagnata, risultato del temporale della notte. Il risveglio non è difficile, dopo tutte le ore dormite ieri. E anche la colazione in terra francese rispecchia la cucina della sera prima. Foto di gruppo, e poi via lungo la prima salita. L'ascesa all'Horquette d'Alans regala giochi di luce con le nuvole. Gavarnie è coperta da nuvole scintillanti, il Refuge de Espuguettes è talmente illuminato che sembra sceso Dio in terra. Passa in fretta la prima salita di giornata, i racconti di viaggio di Lino sono veramente entusiasmanti, da prendere all'istante le valigie e girare il mondo.
Un primo rifornimento al primo colle, a quota 2430 metri ed ancora in terra transalpina, e comincia la prima discesa. Il sole latita un po' ad uscire, a splendere. Questo sarà però il leit motiv della giornata. Sole poco, nuvole molte, anche qualche goccia di pioggia, ma pochine ed innocue. La prima discesa del trekking pirenaico ci conduce nel meraviglioso Cirque d'Estaubé, una larga vallata verde che tagliamo in direzione del Puerto Nuevo. Questa salita, che tocca i 2466 metri è posta esattamente al confine tra Francia e Spagna e ci fa scoprire la prima neve sul percorso. Nulla di insidioso, comunque. Si procede su pietroni e poi su detriti, ma è una salita piacevole, mai troppo faticosa. L'ascesa è dominata da una montagna imponente, la Punta del Forcarral. La seconda ed ultima salita è una scusa per un rifornimento idrico e di energie. Non solo, da qui si può ammirare il volo dei rapaci. Chi dice condor, chi dice gipeti, chi dice aquile: io di ornitologia ne capisco poco e non proferisco parola.

Prima salita di giornata conquistata: Horquette d'Alans


Finita la salita: tutto a posto, no? Gita finita? Per niente. A parte il lungo percorso per la meta di giornata, il Refugio de Pineta, 1200 metri di dislivello, la caduta di un escursionista (nulla di grave, solo qualche escoriazione al polso) e la ricerca difficoltosa della traccia verso il Circo de Pineta hanno rallentato le operazioni di discesa. Senza parlare del vero e proprio calvario (a mio parere) subito da Valeria, una dei tre capogita: fin dall'inizio della tappa ha dovuto sobbarcarsi l'accompagnamento di un escursionista pugliese totalmente fuori allenamento (e secondo me anche un po' fuori dal mondo) che cammina non a rilento, ma ancora più piano. Uno che a questo trekking non doveva e non poteva venirci, insomma.

Architettura di ghiaccio nel Circo de Pineta


Per fortuna non è solo il fattore umano a rallentarci, di traverso ci si mette anche la bellezza della natura circostante. Ben vengano questi imprevisti: lungo la discesa dal Puerto Nuevo è impossibile resistere alla tentazione di dirigersi a vedere la cascata che è davanti ai nostri occhi da più di un'ora. Tale cascata, la Cascada del Cinca, impressiona per violenza visiva: composta da numerosi salti, scende per più centinaia di metri fino far confluire enormi quantità d'acqua nel Rio Zinca, il torrente che attraversa la Valle de Pineta. E io che pensavo che i Pirenei fossero montagne brulle e secche, condizionato forse dalle scene di afa atroce durante le tappe pirenaiche del Tour de France. La deviazione e la foto di rito sono in ogni caso obbligatorie e la breve salita verso il punto panoramico è ben ripagata.

CAI Uget in discesa verso la Valle de Pineta


Con la meraviglia negli occhi, inizia l'infinita discesa verso il Refugio de Pineta. Prima un agevole sentierino tra felci e iris, poi una fitta ma leggera discesa nella boscaglia, per concludere in bellezza sull'asfalto. Tutto sommato non ci si annoia, quando la compagnia è ottima anche i tratti più noiosi diventano decisamente divertenti. E si arriva infine al tanto atteso rifugio: finalmente una doccia calda e, per quanto mi riguarda, anche una ricarica di corrente elettrica ai vari dispositivi elettronici che ho con me.

Foto di gruppo "young" di fronte alla Cascata del Cinca


In Spagna le consuetudini sono diverse e si vede: cena alle 20.30. Ma ne vale la pena, mica siamo in Francia, la cucina è ottima. Intanto prima c'è spazio per discussioni di un certo livello: TAV e Juventus sono gli argomenti più gettonati tra i compagni di camera. Al termine della cena, momento conviviale e riso per la quasi totalità del tempo, è già notte e c'è voglia di andare a riposare.
Eh già, domani c'è la tappa più dura del trekking. Si arriva al Refugio Goriz, base per la salita al Monte Perdido, e c'è da sudare forte: 1400 metri di gran fatica!
Buonanotte e a presto!
Stefano

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