sabato 6 luglio 2013

Destinazione Monte Rite

Buongiorno a tutti!
Con oggi inizia la seconda metà della lunga avventura lungo l'Alta Via dei Camosci. Voglio tracciare un piccolo bilancio della situazione o, come direbbe il carissimo Andrea, fare "il punto".
Il percorso: il più è fatto, grossi dislivelli da affrontare (per esempio, salite con più di 500-600 metri di dislivello) non ve ne sono più. Inoltre, si rimarrà in quota, oltre l'altitudine di 1500 metri fino all'ultima tappa, a Longarone. Rimane ancora qualche oggettiva difficoltà nella settima tappa con i tratti attrezzati sulla Forcella del Viaz de le Ponte e sul pendio detritico del lato zoldano dello Spiz del Vant de la Serra, ma sono abbastanza fiducioso. E anche quanto a lunghezza, ogni singola tappa non costituisce più un ostacolo insormontabile. Insomma, niente più tappe oltre le dieci ore o i trenta chilometri di cammino.

Pronto a salutare per la seconda volta il Rifugio Venezia

Rimangono in compenso parecchie nonché stimolanti attrattive sul percorso. A partire da stamattina, queste Dolomiti saranno per me perfette sconosciute. E domenica si entra nel Gruppo di Bosconero, descritto dalle guide come estremamente attraente per la sua natura selvaggia. Poi, sempre oggi, raggiungerò il Monte Rite. Due le sue peculiarità: il Museo nelle Nuvole (tutto da scoprire) e, in presenza di condizioni climatiche favorevoli, la possibilità di ammirare un tramonto fuori dal comune (ah, aggiungo: con Pelmo e Civetta di sfondo). Dulcis in fundo, la notte in bivacco. Per me sarebbe un'esperienza del tutto nuova. Odori, rumori, luci della natura montana più selvaggia a mia intera disposizione...

La luce del mattino illumina l'impressionante Spalla Est del Pelmo

Condizioni fisiche: gambe e fiato ci sono ancora nonostante siano state messe a dura prova, quasi a freddo, nei primi tre giorni di Alta Via; il percorso che viene non dovrebbe dare fastidio. Qualche problema a spalle e piedi: solita irritazione alle clavicole dovuta allo sfregamento con gli spallacci, ma questa già me l'immaginavo alla partenza. Ai piedi non ho ancora applicato cerotti, vedrò se farlo durante la tappa. Non ho tagli o vesciche (forse anche merito degli scarponi nuovi?) bensì qualche fastidioso callo sulla pianta del piede. Aspetterò che indurisca e poi sarò una scheggia.

Aria di tramonto su Croda Marcora e Antelao

Lo zaino: ho perso per ora (credo) poco più di un chilo. Non sarà tanto, ma è sempre meglio avere un chilo in meno che in più.
Dai, infine ci siamo. Non temere, Stefano, Longarone è vicina! Ed ora, di nuovo in cammino!
A presto,
Stefano!

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